Venerdì, 14 Maggio 2021 17:42

La Blockchain oltre la criptovaluta

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Il trasferimento di un bene, mobile od immobile, materiale od immateriale che sia, per poter essere riconosciuto e certificato come attendibile dal resto delle persone, deve essere gestito da un ente terzo, autorevole e riconosciuto dal gruppo sociale di riferimento, in grado di attestare l’oggetto e la validità di quello scambio.

Questi Enti sono diventati nel tempo la forma istituzionale per eccellenza per attestare tali operazioni, come ad esempio banche e studi notarili tra gli altri, la cui autorevolezza risiede in buona parte nel gestire l’accesso ad un registro nel quale le transazioni vengono memorizzate.

Tuttavia, con l’avanzamento tecnologico, sono arrivate molte soluzioni che supportano le attività quotidiane e, grazie a queste innovazioni, si sono manifestate anche delle opzioni alternative ai tradizionali sistemi di scambio, opportunità che potremmo definire come transazioni su “blockchain”. 

Il termine inglese blockchain, infatti, significa letteralmente “catena di blocchi” e permette, in modo intuitivo, di comprendere quale sia l’architettura portante di questa tecnologia informatica. Per semplificare, i blocchi o nodi sono definiti come potenzialmente un qualsiasi dispositivo elettronico, ad esempio un personal computer, dotato di software in grado di elaborare informazioni nello stesso protocollo usato dal resto del sistema e connesso ad internet, in modo da poter scambiare dati con altri nodi. I blocchi della catena fanno parte di una rete più ampia, composta da altri blocchi aventi tra di loro le stesse possibilità di agire su una determinata transazione. 

Queste transazioni vengono certificate, ad esempio, attraverso un “registro condiviso“ che le memorizza e le rende disponibili ad altri nodi. Un protocollo di supervisione, autorevole e super partes, consente di validare l’informazione e renderla attendibile. 

Ecco, quindi, che con l’aiuto della tecnologia è possibile avvalersi di un sistema di regolamentazione degli scambi, non centralizzato, e talmente sicuro al punto che, di fatto, non è possibile forzare o scardinare, se non creando un blackout globale per l’intera rete. Scenario assolutamente improbabile.

La blockchain ha supportato, fin dagli albori, il mondo delle criptovalute, tant’è che, ad oggi, i dati di coinmarketcap.com riportano più di 7500 criptovalute basate su tecnologia blockchain attualmente attive, di cui più di 4000 liberamente scambiabili.

Per criptovaluta si intende un tipo di valuta virtuale che si basa su un protocollo di scambio peer-to-peer,  letteralmente “alla pari”, ovvero una rete composta da nodi aventi tutti le stesse proprietà (peers),  e, quindi, tecnicamente sprovvista di nodi gerarchicamente superiori ad altri.

Le tecnologie blockchain hanno fin da subito attirato l’attenzione essenzialmente per due proprietà: la potenzialità di essere svincolati da sistemi centrali, come quelli tradizionali, e la sicurezza offerta dalle piattaforme che le implementano.

Questi due aspetti, in antitesi tra di loro solo apparentemente, sono in realtà il punto di forza che rende questa tecnologia appropriata per una moltitudine di utilizzi. Oltre alle criptovalute, quindi, è possibile usare la blockchain anche per altri scopi, come, per esempio, nuovi protocolli di comunicazione.

Seppur originariamente la blockchain poteva essere percepita come misteriosa e criptica, recentemente è stata rivalutata la sua vera potenzialità, tant’è che molte istituzioni governative così come alcune delle più importanti aziende informatiche hanno adottato questa tecnologia per potenziare i loro progetti di sviluppo. 

A dimostrazione di quanto detto, da una ricerca del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, “Blockchain: the hype is over, get ready for ecosystems”, emerge una situazione internazionale decisamente in crescita per quanto riguarda l’utilizzo e l’implementazione di soluzioni blockchain a livello mondiale.

Infatti, il mercato si sta spostando da una fase di “hype”, ovvero aspettative inflazionate, ad una più stabile ed adeguata allo sviluppo di sistemi utili e sicuri. 

Basti pensare ai progetti promossi negli ultimi tre anni nel nostro paese che ammontano a circa 68 milioni di euro investiti, che con diverse soluzioni di  blockchain vanno a supportare diversi settori, quali finanza, agrifood, logistica, telco, assicurativo-assistenziali e automotive. 

L’osservatorio del Politecnico, inoltre, evidenzia come l’Italia sia già posizionata nei primi posti della classifica dei paesi che vantano il maggiore numero di iniziative basate su blockchain a livello mondiale, e in larga parte (59% dei volumi investiti), nel campo della finanza.

In questo contesto, l’attività promossa da Bartners si avvale della tecnologia blockchain al fine di dare valore e certificazione ai processi e agli accordi commerciali sviluppati all’interno del proprio Sistema, garantendo la massima trasparenza alle operazioni effettuate dalle aziende partner. 

Con l’implementazione di questo innovativo e consolidato sistema di certificazione, Bartners, avvalendosi dell’utilizzo di una blockchain basata su smart contracts, consente, quindi, alle aziende partner di avvalersi di strumenti economici all’avanguardia, consentendo loro di svincolarsi dagli attuali limiti delle soluzioni offerte da altri enti e supportare lo sviluppo di sinergie con altre aziende referenziate, agevolando così nuovi scambi commerciali e migliorando il modo di fare business.

Redazione Bartners

La Redazione di Bartners è composta da un team di esperti in Finanza, Economia, Mercati, Gestione Aziendale, Welfare Aziendale in continua ricerca di novità dal mondo dell'Impresa.

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