Una volta ci volevano guerre e pestilenze per imprimere profondi cambiamenti nel modo di pensare e di vivere delle persone. Oggi non è più così, per fortuna (anche se, nel suo piccolo, il Covid19 ci sta mettendo del suo), e forse per la prima volta nella storia, i cambiamenti epocali sono il risultato di qualcosa di nuovo e di positivo che sta prepotentemente crescendo dentro di noi.
La nostra capacità di adattamento come esseri umani è straordinaria ed è ciò che ci ha consentito di arrivare fin qui. Solo che, da qualche anno, le cose stanno cambiando radicalmente e non siamo più noi a doverci adattare all’ambiente o alle circostanze, ma abbiamo raggiunto la capacità di piegare questi ultimi ai nostri bisogni e, purtroppo, anche ai nostri capricci. Di cosiddette “svolte epocali” l’umanità ne ha viste e vissute tante, ma oggi questi termini non sono più sufficienti per descrivere ciò che sta accadendo proprio durante la nostra esistenza, nel preciso momento in cui mi stai leggendo.
Possiamo dividere la nostra storia non più in epoche, ma in ere. La prima era è quella che, dall’inizio dei tempi, è finita solo pochi decenni fa, al termine del secolo scorso. Durante tutto questo tempo, l’umanità è stata sottomessa alle angherie del nostro ambiente e degli accadimenti, non lasciandoci altra scelta che farcene una ragione. Possiamo definire questo lunghissimo periodo come di Dipendenza.
A partire dalla fine degli anni ’80, però, le cose hanno cominciato a cambiare ed è iniziata la seconda era. Non è possibile stabilire quando, esattamente, è iniziato questo processo, ma lo si può situare intorno al 17° - 18° secolo quando, per la prima volta, abbiamo iniziato a metterci in contatto con il nostro straordinario potenziale. Con l’avvento della scienza come la conosciamo, poi, abbiamo capito che possiamo piegare la Realtà al nostro volere. Proprio solo 30-40 anni fa, questa consapevolezza ha raggiunto il suo massimo, grazie ad una crescita tecnologica al limite del parossismo, ed abbiamo arbitrariamente assunto il primato su ogni cosa. Questo è il periodo dell’Indipendenza.
Prima di passare alla terza era, che è alle porte, è bene capire quali siano i tre eventi che hanno segnato per sempre il periodo che stiamo vivendo ora.
Il primo grande evento è la Globalizzazione. È impossibile stabilire quando questo processo sia effettivamente iniziato, ma se ne sono visti gli effetti già a partire dall’ultimo dopoguerra ed è diventato lampante dopo la caduta dell’Impero Sovietico. La straordinaria crescita economica di mercati considerati fino a quel momento in via di sviluppo, come la Cina, l’India, la Russia e il Brasile (il cosiddetto BRIC) l’ha definitivamente sancito. In pratica, il mondo è diventato un solo ed unico mercato globale che ha consentito a chiunque di interagire con chiunque altro nel pianeta.
Questo ha aperto inimmaginabili opportunità di business per chiunque, anche i più piccoli, o addirittura i singoli, ed il mondo intero ha assistito ad una crescita mai vista di benessere e ricchezza… anche se concentrati su pochi paesi privilegiati. Tutto questo, però, sarebbe stato impossibile senza il supporto di una tecnologia che consentisse di tenere in comunicazione le persone e tale tecnologia è ciò che ha segnato il secondo grande evento: Internet. Usata inizialmente a fini militari, la “rete” ha consentito alla Globalizzazione di consolidarsi e di ridurre il pianeta a poco più di un villaggio. La comunicazione e soprattutto la connessione che si è venuta a creare tra persone e popoli ha rafforzato e velocizzato la nostra capacità di entrare in una relazione personale e/o professionale con chiunque altro nel mondo.
Questo processo, ancora in corso, è tutt’altro che distaccato ed asettico, poiché ha fatto anche nascere e sviluppare una nuova consapevolezza globale, che è quella di essere tutti legati, in qualche modo. Da un punto di vista sistemico, il risvolto di questa consapevolezza a livello della nostra qualità come esseri umani è inimmaginabile: non riusciamo più a vederci come isole felici (nei paesi più privilegiati, almeno), ma sempre più come facenti parte di una stessa umanità diretta verso un comune destino. L’asetticità del mezzo Internet avrebbe probabilmente potuto portarci solo fino a un certo punto, ma con il terzo grande evento, la coesione tra persone e popoli si è letteralmente cementata.
Possiamo definire questo evento come Logistica, cioè la possibilità di spostare persone e merci ovunque nel mondo a costi sempre più accessibili. Le persone non si vedevano più soltanto attraverso uno schermo, ma paradossalmente, proprio grazie a Internet, cresceva il desiderio di avere una relazione più “intima” e vicina con altri individui, paesi e culture. Il Covid ha un po’ raffreddato questa situazione e abbiamo imparato ad interagire per lavoro anche a distanza (peraltro risparmiando tantissimo sulle trasferte), ma questo non ha affatto spento la voglia di approfondire i rapporti con altre persone in modo più aperto e sincero, anzi.
Questa è la situazione oggi e ci troviamo davanti a un bivio. Prendendo una prima via, decidiamo di adagiarci nello stato di cose che si è venuto a creare a causa del Covid restando, ognuno di noi, separato dal resto del mondo in una piccola stanza semibuia, cercando di ripristinare uno stato di business as usual in cui possono riemergere i peggiori istinti egoistici. In questo caso, restiamo saldamente nella seconda era dell’Indipendenza. Della serie: ognuno per sé e Dio (chi?!) per tutti!
Scegliendo invece l’altra via, continuiamo decisi sul percorso che ci è stato aperto, ricercando un nuovo modo di fare business (e non solo), sempre più consapevoli della straordinaria interconnessione che esiste – e che, in realtà, è sempre esistita – tra popoli e individui. Non è utopia: sta già accadendo. Le aziende stanno continuamente cercando strategie sempre più etiche per rapportarsi col mercato, lavorando contemporaneamente su due fronti: un interesse più o meno sincero per i bisogni delle persone ed una maggiore attenzione per il nostro pianeta.
Poco importa se l’interesse per i bisogni altrui sia in realtà comunque mosso dal solito strisciante egoismo o se dietro l’improvvisa e spesso stucchevole premura per la salute della Terra ci siano enormi interessi. Conta invece che è in atto un’evidente svolta a livello di coscienza globale, dove sempre di più l’umanità capisce che i destini dei singoli sono legati al destino comune.
Questa è la terza era, quella dell’Interdipendenza, quella in cui si verrà a creare un forte – anzi, indissolubile – legame fra tutti noi, un legame così autentico e profondo che ogni cosa che faremo a detrimento di altri verrà universalmente stigmatizzata e si rivolgerà immediatamente contro di noi. L’egoismo cesserà d’essere un comportamento profittevole, anzi, ed il business non potrà fare a meno di prendere atto di questa nuova realtà che, ribadisco, è già in essere.
L’impresa di successo sarà sempre di più quella che assicurerà il successo altrui.